Non solo cervi e gipeti: prosegue il monitoraggio della biodiversità alpina nel Parco

Quando si pensa alla biodiversità animale di un’area protetta, a quasi tutti vengono in mente cervi, gipeti e tutte le “celebrità” faunistiche delle montagne; cioè i vertebrati.

In realtà gran parte della biodiversità è costituita da invertebrati, meno scenografici ma altrettanto (o ancor più) importanti dei grandi animali.

Il Parco Nazionale dello Stelvio, in coordinamento con gli altri Parchi Nazionali Alpini e con il Ministero dell’Ambiente, sta da anni conducendo un “Progetto di monitoraggio della biodiversità alpina”, che vuole studiare gli effetti del cambiamento climatico sulla fauna delle Alpi e dell’area protetta.

Nell’ambito del progetto, da lunedì 11 a venerdì 15 giugno, tredici giovani biologi/naturalisti stanno seguendo, tra Trento e la Val di Rabbi, un corso per aspiranti tassonomi di invertebrati.

Il corso è organizzato in collaborazione con il Muse di Trento e il Museo di Scienze Naturali di Bergamo ed è dedicato ad approfondire le conoscenze per imparare a riconoscere i coleotteri carabidi e i ragni.

    

Tra microscopi e raccolte in campo, Mauro Gobbi e Paolo Pantini, esperti nazionali di coleotteri e di aracnidi, stanno trasmettendo la loro esperienza e contribuendo a formare le nuove leve di zoologi degli invertebrati.

A tutti i giovani studiosi auguriamo buon lavoro.

A tutti gli appassionati di natura alpina rivolgiamo un invito: ogni tanto guardate, con un po’ di attenzione, in basso. Potreste scoprire animali non meno affascinanti di mammiferi e uccelli.

Anche piccolo è bello.

 

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