Paesaggi 1 Giugno 2016 / Immagini dal Parco/ Posted by: Gabriele Vivivani Precedente Successiva Dal fondovalle alle cime più elevate il Parco dello Stelvio offre al visitatore paesaggi maestosi e scorci mozzafiato. Il secolare lavoro dell’uomo ha lasciato evidenti segni nei paesaggi del Parco, creando ambienti semi naturali o modificando la distribuzione e le caratteristiche degli ambienti naturali.I prati da sfalcio dei fondovalle sono frutto del disboscamento attuato per fare spazio alla produzione di foraggio, e quindi di fieno, per l’alimentazione invernale del bestiame.Spesso il bosco è interrotto da maggenghi, prati-pascoli ricavati dall’uomo e utilizzati, durante la primavera, per la sosta temporanea del bestiame durante la monticazione, cioè la risalita verso le praterie sommitali.Ad alta quota, l’abbassamento del limite naturale del bosco e l’opera di decespugliamento (soprattutto del rododendro) hanno aumentato le superfici della prateria alpina impiegate per il pascolo estivo.Nel Parco sono presenti estesi boschi di conifere, alberi meglio adattati al clima rigido dell’area protetta. La pecceta (il bosco di abete rosso) è il tipo forestale più comune, soprattutto sui versanti più freschi e ombrosi.Il larice forma boschi di varia estensione, puri o misti al peccio e al cembro. È l’unica tra le conifere che perde le foglie (gli aghi) in autunno: ciò la rende particolarmente resistente al freddo.In certe valli, come la Val Zebrù e la Valle dei Forni, alle quote superiori sono presenti belle e fitte cembrete, boschi dominati dalla presenza del pino cembro, spesso inframmezzato dal larice.I ghiaioni calcarei, molto mobili, formati dalla disgregazione delle pareti calcaree sono l’ambiente ideale del pino mugo, specie dal tipico portamento arbustivo. In Valle di Fraéle e sulla destra della Val Zebrù forma dense boscaglie monospecifiche.In alcune zone, come in Valle del Gallo, il pino mugo viene sostituito da una sua sottospecie (o specie, secondo alcuni botanici): il pino uncinato. Questa specie ha portamento arboreo e può superare anche i 15 m di altezza.Nel territorio del Parco nazionale, al di sopra dei 1.800 m di quota sono presenti più di 90 laghi alpini (solo nell’area lombarda ne sono presenti quasi 60).I laghetti alpini sono tra i più caratteristici elementi dei paesaggi d’alta quota.I laghi naturali del parco sono, in genere, di piccole dimensioni. Possono essere alimentati da sorgenti, dalla fusione della neve o del ghiaccio e dalle precipitazioni.I laghi di grandi dimensioni, come i Laghi di Cancano, sono di origine artificiale e servono alla produzione di energia idroelettrica. La dighe sono state costruite a partire dagli anni ‘20 del secolo scorso.I Laghi di Cancano, grazie a una rete di tunnel scavati nel cuore delle montagne, raccolgono le acque da gran parte dell’Alta Valtellina.La parte settentrionale del settore lombardo del Parco è costituita, a differenza della maggior parte dei settori centrali delle Alpi, da calcari e dolomie di origine sedimentaria.La composizione ne determina l’aspetto stratificato con ampie pareti coronate da guglie e pinnacoli con, ai loro piedi, vaste pietraie.I massicci montuosi calcarei del Parco sono noti come “Dolomiti interne”. Con le Dolomiti condividono, l’aspetto, la composizione e l’origine.Originatesi sul fondo di antichissimi mari non molto profondi, sono costituite principalmente da Carbonato di Calcio e hanno caratteristiche differenti rispetto alle rocce eruttive o metamorfiche (acide) tipiche delle Alpi interne.Il Parco Nazionale dello Stelvio si sviluppa per la maggior parte al di sopra dei 2.000 m di quota.Il “cuore” geografico del Parco è costituito dal gruppo dell’Ortles-Cevedale, strutturato in un’unica, lunghissima dorsale che dalla Cresta di Réit, sopra Bormio, si sviluppa fino al Monte S. Matteo, sopra S. Caterina Valfurva.Un unico, lunghissimo arco montuoso (poco meno di 40 km) di cime sempre sopra i 3.000 m di quota, con quota massima sull’Ortles (3.905 m s.l.m.).Le alte quote e la localizzazione geografica hanno favorito la presenta di un elevato numero di ghiacciai. Nel Gruppo dell’Ortles-Cevedale ve ne sono oggi 51, per una superficie totale di 28,6 kmq.Rispetto ai primi anni ’60 del secolo scorso, il numero di ghiacciai del Gruppo dell’Ortles è aumentato (da 42 a 51). La notizia non è confortante; ciò si è verificato per la frammentazione dei vecchi ghiacciai dovuta alla loro fusione.La superficie totale dei ghiacciai del Parco è diminuita, dagli anni ’60 a oggi, del 22%.Particolarmente spettacolare è il Ghiacciaio dei Forni: secondo ghiacciaio italiano per dimensione, ha un’estensione di oltre 11 kmq.Il Ghiacciaio dei Forni è uno dei pochi ghiacciai vallivi delle Alpi, essendo costituito da diversi “rami” che confluiscono in un ramo principale. Precedente Successiva Condividi : Categories:Immagini dal Parco Condividi : Precedente Successiva Precedente Successiva