Nell’estate 2019, il Parco Nazionale dello Stelvio, in stretta collaborazione con il Max Planck Institute for Ornithology (DE) e la Stazione Ornitologica Vogelwarte Sempach (CH), ha aderito a un progetto internazionale per approfondire aspetti inerenti alla fase di dispersione giovanile, le strategie comportamentali e di utilizzo degli habitat delle Aquile reali sulle Alpi, attraverso l’equipaggiamento con radiotrasmettitore GPS.
I ricercatori del Parco hanno monitorato con costanza le coppie riproduttive della zona, individuando quelle i cui nidi offrivano le migliori condizioni di sicurezza, per gli animali e per il personale.
Riducendo al minimo i rischi, al cinquantesimo giorno di vita, ben 3 aquilotti sono stati temporaneamente catturati nei mesi di giugno e luglio nei Comuni sondriesi di Livigno e Grosio (anche attraverso la collaborazione della Provincia di Sondrio) e a Vezza d’Oglio nel settore bresciano del Parco.
Le radiotrasmittenti, dotate di alimentazione solare e tecnologia GSM con durata di almeno 5 anni, ci consentiranno di seguirne gli spostamenti sino al loro definitivo insediamento a fini riproduttivi ma, nei casi più sfortunati, forniranno preziose informazioni sulle cause di ferimento o mortalità consentendo di valutare le misure più adeguate alla loro tutela.
Tra i dati più sorprendenti che documentano l’estrema mobilità di questi rapaci, si riporta il caso emblematico della giovane femmina di Livigno che, a sole 4 settimane dall’involo, ha lambito l’Austria e il Liechtenstein, con un volo diretto di oltre 70 km, per poi tornare nei giorni successivi nell’area natale. Nelle settimane tra febbraio e marzo, ha poi decisamente abbandonato Livigno dirigendosi verso i grandi laghi della Svizzera centrale.
Altrettanto interessanti sono gli spostamenti degli altri due aquilotti (Grosio e Vezza d’Oglio) che, in questi giorni, frequentano rispettivamente le Valli di Non/Bresimo (TN) e la Val Venosta (BZ).
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