Progetto erpetofauna

All’interno del progetto di monitoraggio a lungo termine della biodiversità animale in ambiente alpino si inserisce anche il monitoraggio dell’erpetofauna in relazione ai cambiamenti climatici. Il progetto è svolto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente l’Università degli Studi di Pavia e con la Societas Herpetologica Italica.
L’azione di monitoraggio, di durata pluriennale, iniziata nel 2014 nel settore lombardo ed estesa a quello trentino nel 2016 e altotesino nel 2019, si occupa di molteplici aspetti che possono essere riassunti nelle seguenti finalità:
1) raccolta di dati sulla distribuzione e abbondanza di specie comuni lungo gradienti altitudinali;
2) ricerca di specie potenzialmente presenti, ma non ancora segnalate con certezza;
3) monitoraggio dei siti riproduttivi di rana alpina (Rana temporaria) per valutarne modifiche nella fenologia in relazione ai cambiamenti climatici;
4) raccolta di informazioni di tipo distributivo, ecologico e genetico di tritone alpino (Ichthyosaura alpestris);
L’habitat alpino, per via della sua configurazione geografica e morfologica, rende complesso il monitoraggio degli animali, ancor di più se si tratta di rettili e anfibi, a causa del basso tasso di incontro. Quindi, per aumentare le possibilità di individuare e contattare gli animali, oltre alla ricerca attiva adottata già per gli anfibi, il monitoraggio dei rettili ha previsto l’utilizzo di rifugi artificiali (shelters). Gli shelters sono pannelli per la termoregolazione e hanno la funzione di riparo-attrattore. Possono essere costituiti da onduline di materiale vegetale bitumato o lamierini trovati in loco e sono posizionati, in serie lungo transetti, in punti idonei alla presenza di rettili (muretti, pietraie, ruderi).


Lo studio ha permesso di ampliare le informazioni sull’elenco delle specie presenti nel Parco e sulla loro distribuzione, che sono confluite nella specifica banca dati dell’erpetofauna del Parco.Le specie più frequenti del Parco sono la rana montana (Rana temporaria), la lucertola vivipara (Zootoca vivipara) e il marasso (Vipera berus). Il tre settori del Parco presentano però delle differenze rispetto alle specie contattate durante il corso della ricerca.Nel corso dell’ultimo anno, in Trentino, sono state censite 9 specie, 2 di anfibi e 7 di rettili. Particolare importanza rivestono la rana montana (Rana temporaria), di cui sono stati monitorati numerosi siti di riproduzione, e il tritone alpestre (Ichthyosaura alpestris). Tra i rettili invece compaiono il marasso (Vipera berus), il colubro liscio (Coronella austriaca), la natrice dal collare (Natrix natrix), la lucertola vivipara (Zootoca vivipara) e quella muraiola (Podarcis murali), l’orbettino (Anguis veronensis).Stesse specie sono state riscontrate anche in Lombardia, a cui si aggiungono nuove osservazioni relative a specie potenzialmente presenti di cui non si avevano segnalazioni passate: la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e il rospo comune (Bufo bufo) per gli anfibi, la vipera comune (Vipera aspis), il biacco (Hierophis viridiflavus), il saettone (Zamenis longissimus), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata) per i rettili.Il settore altotesino si presenta come quello con maggior numero di specie segnalate: oltre alle 15 specie comuni agli altri settori, è stata rilevata anche la presenza della natrice tassellata (Natrix tessellata).

 

 

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