Progetto “Interazione tra cervo e camoscio”

Uno studio sul meccanismo di competizione tra le due specie nel Parco Nazionale dello Stelvio
Ambito: Fauna/Ungulati
Durata: 2020-in corso
Area di interesse: Trento

 A metà degli anni ’90, la popolazione di cervo del Parco Nazionale dello Stelvio ha raggiunto densità elevate, mentre quella di camoscio ha iniziato il suo declino. A seguito dell’indagine su dati trentennali raccolti dal personale del Parco, i ricercatori hanno ipotizzato un impatto negativo del cervo sul camoscio attraverso un meccanismo di competizione interspecifica. L’attuale progetto mira ad individuare quale sia questo meccanismo, se si trattI di una competizione per interferenza e/o per sfruttamento. Per valutare la prima ipotesi vengono svolti conteggi a vista delle due specie e l’analisi di dati storici, per la seconda viene indagata la dieta delle due specie attraverso la raccolta di campioni fecali.

Nei primi anni ‘80 il cervo era solo una presenza sporadica nel parco e i camosci erano abbondanti. Dopo una fase iniziale di crescita comune, a metà degli anni ’90, la popolazione di cervo ha raggiunto densità elevate, mentre quella di camoscio ha iniziato il suo declino.
A cosa è dovuta questa diminuzione? Il primo elemento a cui si è pensato è stato il cambiamento climatico. Nel breve periodo, infatti, le specie possono rispondere al cambio climatico in diversi modi. Il declino del numero di camosci è sembrato però troppo drastico per poter essere associato solamente al cambiamento climatico.
Considerando questa tendenza, i ricercatori hanno quindi ipotizzato un impatto negativo del cervo sul camoscio attraverso un meccanismo di competizione interspecifica. Questa ipotesi è stata poi supportata dai risultati di analisi effettuate sugli oltre trent’anni di dati raccolti dal personale trentino del Parco Nazionale dello Stelvio. Lo studio, a cura dei ricercatori trentini e lombardi del Parco, L. Corlatti, A. Bonardi, N. Bragalanti, L. Pedrotti, è valso la pubblicazione su una delle riviste scientifiche internazionali più importanti nel settore della zoologia, il Journal of Zoology.
L’articolo supporta fortemente la competizione tra le due specie, ma non spiega i meccanismi attraverso cui essa avviene. La competizione può avvenire mediante due meccanismi: per interferenza, in cui una specie predomina sull’altra allontanandola fisicamente in aree subottimali, e/o per sfruttamento, in cui le due specie riescono a convivere, ma la specie dominante toglie risorse all’altra (soprattutto alimentari).
Nel caso di cervo e camoscio quale di questi meccanismi è attivo? La risposta a questo interrogativo è l’obiettivo del nuovo progetto che studia l’interazione tra le due specie nel settore Trentino del Parco, in Val di Rabbi, iniziato nell’estate 2020.Per confermare o smentire l’ipotesi di una competizione per interferenza si indaga la distribuzione delle due specie. Nel corso del tempo, una variazione della distribuzione del camoscio in funzione del cervo, potrebbe indicare per esempio la presenza di competizione per interferenza. L’indagine viene svolta attraverso dei conteggi a vista su entrambe le specie, e attraverso l’analisi di dati storici relativi alla distribuzione delle specie, e la loro risposta all’aumento delle temperature.

Invece, per valutare l’ipotesi della competizione per sfruttamento, viene indagata la dieta delle due specie. Nel dettaglio, attraverso la collaborazione con la Fondazione Edmund Mach – FEM, verrà analizzata la dieta delle due specie attraverso il metodo del DNA barcoding (che permette di individuare quali vegetali vengono mangiati dalle due specie) per valutare un’eventuale sovrapposizione di dieta. Inoltre, verranno valutate la composizione della comunità microbiotica che aiuta i due ruminanti ad assimilare al meglio le fibre vegetali (FEM) e, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, la qualità della dieta attraverso la spettroscopia all’infrarosso (), per valutare eventuali differenze nella qualità del foraggio utilizzato dal camoscio in presenza di densità variabili di cervo. Un’assenza di variazione nella qualità del foraggio del camoscio in zone con presenza variabile di cervo (da bassa ad alta densità) potrebbe supportare assenza di competizione per sfruttamento.
Infine, per indagare l’effetto negativo del cervo sul camoscio verranno anche raccolte informazioni sullo stress, analizzando i metaboliti del cortisolo. Tutte queste analisi verranno effettuate sulla base di campioni fecali che verranno raccolti nel corso delle indagini di campo.
Ricordiamo infine che la crescita di una popolazione è un concetto complesso dipendente anche dal bilancio tra natalità e mortalità. In questa ricerca, oltre al lavoro di campo, verranno indagati dati storici per individuare se la decrescita del camoscio sia legata a una diminuzione della natalità, o piuttosto all’aumentare della mortalità dei piccoli, in relazione alla variazione di densità del cervo.

 

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