Gli animali del Parco 24 Maggio 2016 / Immagini dal Parco/ Posted by: stelvioadmin Precedente Successiva Piccoli e grandi, vistosi o elusivi, nel Parco vivono moltissimi animali capaci di sopravvivere alle difficili condizioni di vita della montagna. Le nocciolaie sono molto comuni nei boschi di conifere.Giochi sociali tra marmotte.La cinciarella si può osservare in tutti i mesi dell’anno.L’ermellino in inverno ha manto candido con la punta della coda nera.Il codibugnolo, piccolo uccello comune nei boschi, si riconosce dalla lunga coda.Le cince, come la cincia alpestre e la cincia dal ciuffo, sono uccelli forestali vivaci e “acrobatici”.Il massiccio corvo imperiale nidifica sulle pareti rocciose.Quando avvista un predatore la marmotta emette un acuto grido d’allarme.Il maschio di capriolo ha palchi caduchi: vengono persi entro l’autunno e ricrescono in inverno.Il maschio di pernice bianca in periodo riproduttivo ha vistose “caruncole” rosse sopra gli occhi.Le femmine di cervo sono prive di palchi. In genere le femmine partoriscono, tra maggio e giugno, un solo piccolo.Le femmine di cervo sono prive di palchi. In genere le femmine partoriscono, tra maggio e giugno, un solo piccolo.Le femmine di cervo sono prive di palchi. In genere le femmine partoriscono, tra maggio e giugno, un solo piccolo.La ghiandaia è un corvide comune anche nei centri abitati.La ghiandaia è un corvide comune anche nei centri abitati.Il marasso è uno dei pochissimi rettili che può raggiungere i 3000 metri di quota.Il marasso è uno dei pochissimi rettili che può raggiungere i 3000 metri di quota.Il codirosso spazzacamino frequenta tanto i paesi quanto gli ambienti rocciosi.La ghiandaia frequenta spesso anche i centri abitati.In primavera i galli forcelli si radunano in “arene” in cui i maschi si esibiscono in caratteristiche parate.La volpe è il più comune tra i predatori dell’area protetta. Caccia principalmente piccoli mammiferi, riuscendo a catturarli anche sotto la neve.La forma allungata permette all’ermellino di cacciare micromammiferi negli anfratti tra le pietraie.In autunno la nocciolaia nasconde semi (soprattutto di cembro) in dispense che ritroverà anche in inverno, sotto la neve.I carabidi sono coleotteri predatori che frequentano anche gli ambienti perinivali.I maschi di stambecco in inverno si affrontano a colpi di corna per stabilire le gerarchie riproduttive.Solo nell’area lombarda del Parco nidificano 14 coppie di aquila reale.Il gufo reale è il più grande tra i rapaci notturni. Nel Parco sono presenti pochissime coppie.Agile arrampicatrice, la martora caccia uccelli e scoiattoli sugli alberi.Il camoscio ha caratteristiche corna uncinate. In inverno il manto è molto scuro con la maschera facciale nettamente contrastante.La lepre bianca in inverno si accontenta di germogli, cortecce e fieno.Il colore bianco assunto in inverno rende la lepre variabile mimetica sulla neve.Il merlo acquaiolo si immerge nei torrenti per catturare invertebrati.La cincia mora, una delle specie forestali più comuni nel parco, si nutre sia di insetti sia di semi.Dalla fine di settembre inizia la stagione del “bramito” dei cervi, potente vocalizzazione udibile anche a chilometri di distanza.Tra gli ungulati, lo stambecco è l’arrampicatore più abile.Grazie alla conformazione degli zoccoli, il camoscio può spostarsi agilmente anche sulla neve.I colorati cardellini si possono osservare anche negli incolti presso i centri abitati.Durante la migrazione autunnale in alcune zone del Parco sosta il piviere tortolino.Tranne che nel periodo riproduttivo i maschi di stambecco vivono in gruppi anche numerosi.Specie opportunista, la volpe vive dal fondovalle (anche nei paesi) fino oltre i 3.000 m di quota.I maschi di capriolo hanno palchi non molto grandi, le femmine ne sono prive.Grazie alla forma allungata l’ermellino caccia i micromammiferi anche tra le fessure delle rocce e nelle loro tane.Il lungo becco ricurvo del rampichino gli permette di catturare piccoli insetti nelle fessure delle cortecce.La lepre bianca cambia colore con le stagioni: in estate ha livrea marrone.Il bel maschio di codirosso ha un canto melodioso che si può sentir provenire dai tetti o dalla cima degli alberi.In estate il camoscio ha livrea marrone. In tutte le stagioni ha la caratteristica mascherina sul muso.In certi inverni nel Parco fanno la loro comparsa gruppi di beccofrusoni.Lo scoiattolo è un roditore arboricolo comune nei boschi del Parco.Il caratteristico becco a punte incrociate del crociere gli permette di raggiungere i semi di conifera di cui si alimenta direttamente sotto le squame delle pigne.Il gheppio è il più piccolo tra i rapaci del parco. Si ciba di piccoli mammiferi, lucertole e di grossi insetti.La lucertola vivipara vive nelle praterie fino a 2500 metri di quota e oltre. Anziché deporre le uova, “partorisce” piccoli già sviluppati, aumentandone così la possibilità di sopravvivenza.Il gipeto si nutre principalmente di ossa di ungulati morti di stenti o travolti dalle valanghe.Il torcicollo, dalla livrea mimetica, appartiene alla famiglia dei picchi ma non scava gli alberi.Con un peso di soli 5 grammi circa, il fiorrancino è uno degli uccelli più piccoli.Il fringuello alpino nidifica ad altissima quota, fino a oltre 3.500 metri.Il pettirosso, comune nei boschi del Parco, è uno dei pochissimi uccelli che difendono un territorio anche in inverno.Lo scoiattolo può avere colorazione rossiccia, bruna o nera. In inverno gli si formano lunghi ciuffi di pelo sulle orecchie.Nel pieno della stagione riproduttiva, il maschio di pernice bianca si esibisce talora in parate canore in volo.Una coppia di pernici bianche in periodo riproduttivo. Il maschio ha una caratteristica “caruncola” rossa e ventre bianco.Il marasso è uno dei pochissimi rettili che può raggiungere i 3.000 metri di quota.Il maschio del picchio nero ha sul capo una chiazza rossa che raggiunge la fronte. Nella femmina si limita alla nuca.Il più comune dei picchi del Parco: il picchio rosso maggiore.Estremamente adattabile, la volpe, comune nei fondovalle, per la caccia si spinge fino a 3.000 metri di quota.La civetta capogrosso per nidificare riutilizza i nidi del picchio nero.Il gipeto, estinto sulle Alpi nel XX secolo, vi è stato reintrodotto a partire dal 1986.Un giovane di aquila reale, riconoscibile per le macchie bianche.Il sordone è uno degli uccelli che nidificano alle quote più elevate.In inverno la pernice bianca assume, per essere sempre mimetica, il colore del manto nevoso.La faina è un agile predatore che non teme di frequentare i centri abitati.L’apollo, grande e vistosa, si può osservare tanto nei prati di fondovalle quanto nella prateria alpina.Il ciuffolotto nidifica nei boschi di conifere. Il maschio ha colorazione vistosa con ampie aree rosso-aranciato.Il picchio muratore – non un vero picchio, in realtà – riutilizza nidi dei picchi propriamente detti diminuendo la dimensione dell’ingresso con del fango.Nel periodo degli amori, se non bastano il bramito e le esibizioni rituali per definire chi è il maschio più forte, si può arrivare allo scontro diretto.L’aquila reale in estate caccia principalmente marmotte; nella stagione fredda si ciba spesso di animali già morti.Le rane temporarie si accoppiano in primavera in piccoli laghetti e pozze ancora in parte gelate. Tra gli anfibi, la rana temporaria è quello più tollerante il freddo. Può essere osservata fino a ben oltre i 2.500 metri di quota.Oltre alle specie più vistose e celebri, il Parco ospita anche moltissimi invertebrati.La coturnice nidifica fino ad alta quota purché vi siano pendii scoscesi intercalati da rocce.Dalle macchie e dalle siepi si sente spesso il canto melodioso della capinera, uccello comune ma elusivo.Nella marmotta si instaurano forti legami sociali, soprattutto fra piccoli e genitori. Precedente Successiva Condividi : Categories:Immagini dal Parco Condividi : Precedente Successiva Precedente Successiva